Cacao

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Il migliore è amaro, crudo e biologico

I benefici curativi (ma anche controversi) del cacao sono noti da tempo. Il segreto per ottenerli è procurarsi cacao crudo e biologico. Chiamato “oro nero” dagli spagnoli, il cacao contiene più di 300 composti chimici identificabili e antiossidanti di altissima qualità. Ma molte di queste proprietà benefiche vengono distrutte dalla tostatura.

Il cacao crudo ha un elevato contenuto di sali minerali, quali potassio, zinco, sodio, fosforo, calcio, magnesio, e in misura minore selenio, ferro, rame e manganese. Contiene molte vitamine, niacina e folati, vitamina C, E ed A grassi saturi. Ricchissimo di antiossidanti naturali come la quercetina, flavonoidi, flavanoli (migliorano le capacità cerebrali), polifenoli, teobromina (stimola il sistema nervoso centrale) e ananamide, ha uno dei più alti valori ORAC (antiossidanti).

Stando ad alcune ricerche, apporterebbe notevoli benefici curativi tra cui: promuovere il flusso sanguigno e prevenire l’eccessiva coagulazione, abbassare la pressione sanguigna, ridurre i rischi di cancro colon e al colon, dell’Alzheimer, migliorare il metabolismo degli zuccheri, promuovere la perdita di peso, migliorare le funzioni cognitive, sollevare l’umore e lo spirito, alzando i livelli di serotonina, endorfine.

Ma non tutti sono d’accordo sulla salubrità del cioccolato, cotto o crudo che sia. C’è infatti chi sottolinea non solo l’elevato apporto calorico (inferiore quello del cacao crudo), ma anche l’effetto stimolante causato dalla presenza di caffeina e soprattutto di teobromina. “Una tavoletta di 100 grammi di cioccolata ha la stessa quantità di stimolanti di una tazza di caffè espresso”. Il cacao inoltre, sia crudo che cotto, può provocare dipendenza.

E occorre sempre valutare possibili allergie o intolleranze, dal momento che è un alimento che libera istamina. Per quanto riguarda la presunta tossicità del cacao per il fegato, secondo uno studio condotto da Andrea De Gottardi presso l’Università di Barcellona il cioccolato fondente potrebbe rivelarsi utile per i soggetti affetti da cirrosi epatica perché riduce la pressione sanguigna nel fegato e i danni dei vasi.