BLACK LIST: LA NORMALIZZAZIONE DEL MOSTRUOSO

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Quasi come se essere filo-Putin fosse un reato…

È successo davvero.
È successo che un giornale di un Paese democratico, non la Pravda dell’Unione Sovietica, non il Quotidiano del Popolo del Partito Comunista Cinese, ma il prestigioso Corriere della Sera, abbia sbattuto a centro pagina le foto di liberi cittadini in quanto rei di avere idee sulla guerra differenti da quelle del governo – e dunque, a mo’ di marchio d’infamia, sarebbero i puntiniani d’Italia, facenti parte della galassia filorussa, volta ad orientare e condizionare l’opinione pubblica e a boicottare le scelte di governo.

Quasi come se essere filo-Putin fosse un reato. Quasi come se l’attività preferita dei nostri grandi media non fosse quella di condizionare l’opinione pubblica. Quasi come fossimo in Ucraina dove fare opposizione al governo equivale a boicottare lo Stato. Quasi come se solo i grandi media appartenenti a potenti “oligarchi”, come Silvio Berlusconi, Urbano Cairo e John Elkann, detenessero il diritto di orientare l’opinione pubblica. Quasi come se la Carta europea dei diritti fosse stata ridotta a carta igienica. Ma la cosa più inquietante è che la lista dei reprobi accusati di far parte di una rete filo-Putin volta a diffondere notizie false in favore della Russia (affermazione non supportata da uno straccio di prova) sarebbe opera di un report del Copasir, organo parlamentare di controllo sulla correttezza del comportamento dei Servizi Segreti. Dei SERVIZI SEGRETI, non dei cittadini!

E cosa mai avrebbe scoperto il Copasir? Che esiste una rete finanziata dalla Russia? Attività di spionaggio? Nulla di tutto ciò. Il grande scoop sarebbe l’aver scoperto che esistono parlamentari, manager, lobbisti e giornalisti critici del governo. Quasi come se l’Italia fosse l’Ucraina dove i servizi segreti, l’SBU, sponsorizzano il Centro Myrotvorets, letteralmente Il Pacificatore, un’organizzazione che gestisce l’omonimo sito che ha lo scopo di schedare gli oppositori del governo come nemici dell’Ucraina, le cui informazioni personali, con tanto di foto, sono consultabili pubblicamente.

La buona notizia – si fa per dire – è che Adolfo Urso, presidente del Copasir, ha dichiarato che all’attenzione del Comitato non c’è “nessuna lista di proscrizione e nessuna attività che possa riguardare parlamentari o giornalisti”. E allora chi avrebbe passato il “pizzino” al quotidiano di via Solferino? Forse il governo? Forse servizi deviati? Da questa inquietante campagna di stampa sui “nemici” del governo italiano, se ne desume un messaggio neanche tanto subliminale di natura intimidatoria che più o meno suona così: Sei tra quel 70% di Italiani che si ostina ad essere contrario all’invio di armi in Ucraina? Pensi che le sanzioni alla Russia equivalgano ad un lanciafiamme nelle mutande degli italiani? Ritieni che la Nato sia responsabile del conflitto in quanto sono decenni che l’alleanza guerrafondaia continua ad abbaiare ai confini della Russia come ha detto il papa? Pensi che il mantra c’è un aggredito e un aggressore sia una fallacia logica dal momento che per 8 lunghi anni le milizie neonaziste, con il pieno appoggio del governo di Kiev, hanno fatto carne di porco dei russofoni dell’est? Se rispondi sì anche ad una sola di queste domande sei putiniano e, sappilo, rischi di finire nella Black List.

L’escalation del mostruoso sembra non avere fine: ci troviamo di fronte allo stesso impianto infame con cui sono stati perseguitati i critici della campagna vaccinale trasferito di sana pianta ai critici della “campagna di Russia” . Lo scopo è identico: istigare all’odio contro chi non si allinea, screditarlo e indurre i dubbiosi ad abbracciare il “credo” governativo, inculcare nella coscienza collettiva l’equiparazione di putiniano a eversivo meritevole di essere “attenzionato” anche se gli unici autori di eversione sono coloro che da due anni e mezzo stanno facendo strame della Carta costituzionale. D’altra parte la massa di pavidi e di ignavi, messa di fronte al pericolo dello stigma sociale, motu proprio correrà ancora una volta ad allinearsi senza battere ciglio. Ma fate attenzione: vi ricordate quando i media sparavano bordate contro i non vaccinati ancor prima che fosse istituito il GP? Ebbene quegli attacchi erano volti a criminalizzare il dissenso e creare il consenso per le leggi liberticide che di lì a poco sarebbero state approvate. Quindi tenetevi forte. La temperatura dell’odio potrebbe aumentare per fare da apripista a nuove leggi restrittive, necessarie per far fronte alle emergenze in agenda: crisi energetica, alimentare, climatica, occupazionale e migratoria.

Nel frattempo annotatevi la proposta in stile bolscevico twittata da Mauro Giubileo di Fdi: “Lockdown, blocco del conto in banca, esclusione dal lavoro per i filoPutin e i filo-Cina. Ha funzionato coi no-vax, ora è il momento di utilizzare lo strumento per cose serie. No lamentele, avrei chiesto il confino ad essere sincero”. Come dice Flavio Piero Cuniberto “Il Mostruoso è entrato nella vita quotidiana nel marzo del 2020 [..]. Il potere dell’assuefazione [..]lo ha reso normale: come guardare la Gorgone, o Medusa, trovarla addirittura graziosa o passabile, e non accorgersi che stai morendo. Quanto alla rana [bollita], non ne resta alla fine che il cadavere. Il cadavere di una società che ha accettato, come normale, di suicidarsi, e a cui si raccomanda ora, come normale, di affrettare il suicidio per «dare baionette alla Patria» – tagliarsi le palle per la Patria – contro un nemico inesistente. Ci pensa la magia nera della Propaganda a farlo esistere come allucinazione collettiva, come Kolossal proiettato sul megaschermo dell’Informazione Quotidiana, nell’interesse di una ristretta cupola finanziaria che sente il Potere sfuggirle di mano ed è disposta a «pensare l’impensabile», a «fare l’infattibile». Difficile prevedere quale Perseo e con quale stratagemma riuscirà ad avere la meglio di Medusa. E’ sufficiente, per ora, non cedere al meccanismo diabolico dell’assuefazione.”

Alcune riflessioni corrono d’obbligo.
La prima: sentire il maistream allarmarsi per la presenza di una “rete di disinformazione e propaganda” fa scompisciare dalle risate. Da che pulpito verrebbe la predica? Da quegli stessi organi d’informazione che hanno pubblicato veline ucraine talmente fasulle che la responsabile che le ha diffuse, Lyudmila Denisova, è stata rimossa dall’incarico dallo stesso governo di Kiev?
La seconda: nella nuova normalità sei libero di esprimere la tua opinione purché sia conforme al pensiero unico diffuso dai grandi gruppi editoriali, proprietari di testate, tv e grandi capitali. Nel caso in cui la tua voce critica riuscisse a farsi sentire pur non disponendo di tali mezzi, allora sei un nemico giurato del governo, quindi del popolo, quindi della democrazia. Ragion per cui meriti di essere silenziato.