APPROVATA LA LEGGE SUI REATI CONTRO GLI ANIMALI

0
196

Dopo vent’anni l’aula del Senato approva, per alzata di mano, il disegno di legge Brambilla che modifica il Codice Penale e quello di Procedura Penale in materia di reati contro gli animali.

L’aula del Senato a Palazzo Madama

“Una grandissima vittoria per l’Italia e per tutti coloro che amano gli animali e li vogliono vedere rispettati”, così ha salutato l’approvazione della sua proposta l’on. Michela Vittoria Brambilla di Noi Moderati, dopo innumerevoli anni di lotta. Si tratta di un provvedimento che inasprisce le pene a carico di chi commette crimini atroci nei confronti degli animali, mettendo sostanzialmente fine alla pressoché totale impunità che ha regnato finora, afferma. Cambia finalmente la prospettiva – rimarca l’on Brambilla – perché il titolo IX del Codice Penale non tutelerà più il sentimento dell’uomo per gli animali ma direttamente gli animali, vittime dei reati, esseri senzienti. Indubbiamente, si tratta di un passo in avanti, come sostiene anche l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA). È il miglior risultato possibile – afferma la presidente nazionale Carla Rocchi – nelle condizioni presenti. Che sia passato un inasprimento delle pene è un fatto importante, dice. Si tratta di un provvedimento atteso da anni, che recepisce l’articolo 9 della Costituzione, laddove si afferma che la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Un passo concreto verso un sistema giuridico che riconosce agli animali una tutela autonoma e reale, sottolinea Rocchi. Anche Legambiente e WWF Italia considerano positivamente la riforma, auspicando che sia rafforzata dalla giurisprudenza. Non tutti però la giudicano un “passo avanti di portata storica” ma piuttosto un’occasione persa. Secondo la Lega Anti Vivisezione, nonostante le tante modifiche positive e innovative suggerite proprio da LAV, derivate da vent’anni di lavoro sul campo, con la magistratura italiana e le forze di polizia, per contrastare i maltrattamenti sugli animali, la nuova legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un soddisfacente passo avanti per una loro maggiore protezione. L’associazione,in sostanza, attendeva interventi più incisivi in relazione alle pene. Ma cosa prevede la nuova normativa? Oggi chi maltratta un animale, nei casi più gravi, come l’uccisione con sevizie, può essere condannato fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa. Per chi organizza combattimenti tra animali sono previste pene fino a 4 anni di reclusione e multe che possono arrivare a 160.000 euro, mentre chi partecipa “a qualsiasi titolo” rischia pene fino a 2 anni. Inoltre, nel titolo IX del Codice Penale sono state introdotte anche delle aggravanti specifiche (art 544-septies), come nel caso in cui il reato sia commesso in presenza di minori. E con l’introduzione nel Codice di Procedura Penale dell’art. 260-bis sono stati dati più poteri alle associazioni che adesso potranno ottenere dall’autorità giudiziaria l’affidamento in via definitiva degli animali sequestrati, con il versamento di una cauzione. Per monitorare i reati contro gli animali sarà creata una sezione dedicata nella banca dati delle forze dell’ordine.

Il ddl Brambilla: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=DDLPRES&leg=19&id=1435682&part=ddlpres_ddlpres1-articolato_articolato1

Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com