ALESSIA ZICCARDI: QUANDO L’ARTE SPOSA LA NATURA, LA BELLEZZA E LA SOSTENIBILITÀ

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IL RICICLO ARTISTICO E L’AMORE PER L’AMBIENTE, FORMULA VINCENTE CONTRO LE BARRIERE CULTURALI

Alessia Ziccardi vive e lavora a Manziana. Qui, riesce a trovare un equilibrio fra arte gurativa e riciclo: la sua vocazione per la sperimentazione la porta a intraprendere un percorso creativo sul riuso dei materiali. In particolare, si concentra nell’utilizzo di vecchi circuiti elettrici e schede madri di computer oramai in disuso. La sua opera ‘’Open your Mind ‘’ e la scultura ‘’Futura’’ ne sono un bellissimo esempio. Grazie alla sensibilità per la natura e per l’ambiente, Alessia ha vinto il primo posto alla Biennale Internazionale di Salerno nella sezione Ecosostenibilità con l’opera ‘’Odissea’’.

Alessia, per te la creatività è impeto del momento o frutto di un progetto?

Il progetto viene pensato e ripensato più volte, e prende pian piano forma anche in maniera completamente diversa dall’idea originale, e in questo senso diventa un ‘’processo unico e irripetibile’’.

Che differenza c’è fra atto creativo e preparazione tecnico-scenti ca per realizzare un’opera d’arte?

L’arte è un concetto inde nibile e personale che da artista ad artista. In quella che è la mia visione, posso raccogliere dei reperti inutilizzati e li riuso creando un processo inverso, parto così da un esperienza diretta nella composizione, saltando alcuni passaggi che invece prima ero obbligata a fare, lascio così che la forma prenda corpo e
proietti le mie immagini interiori attraverso l’opera che sto realizzando, le lascio uscire in maniera naturale, trasformando le mie emozioni interiori. Riesco a dare vita in questo modo a qualcosa di dimenticato, mettendo in luce dei particolari e dei dettagli che ci fanno entrare in una dimensione nuova.

Come fai ad armonizzare un opera d’arte, a renderla ‘”bella’’ ?

La bellezza viene da se, se l’opera che stai realizzando la senti dentro di te, nel profondo, osservata a lungo con coinvolgimento e passione, lasciando libera ‘’ l’espressione’’. Non credo molto nel gusto estetico, che per me è relativo, ogni opera è bella per chi l’ha fatta, per me bellezza e onestà, vanno di pari passo, ed un opera è bella quando ci mette in relazione fra di noi, creando un atto di condivisione senza barriere culturali.

 

Hai allievi di diverse età e preparazione, persino bimbi. Come catturi la loro curiosità?

Lavoro molto con bambini piccolissimi. Le attività di gruppo aiutano molto quando sono già scolarizzati.Ma i più piccoli tirano fuori il “genio’’, quel talento innato che ognuno di noi possiede alla nascita, perchè sono soggetti liberi da convenzioni e regole. Un percorso creativo comunque non ha età e può essere iniziato in qualunque età, l’importante è secondo me fare le cose con amore, e fare quelle che danno felicità.

Sei impegnata con i bambini anche sul piano dell’ecosostenibilità. Qual’è il tuo progetto?

Mi sono attivata per passione e con uno spirito di ricerca coraggioso, e non perchè va di moda. Arte e ambiente non sono parti slegate di una visione ecologista delle cose, ma appartengono a un percorso comune a tutti gli esseri umani. E contribuiscono a recuperare quei valori che la pedagogia dovrebbe diffondere. Il nostro intento è di creare una rete di persone che condividano ciò, con coerenza e serietà e senza limitazioni di età.

Che peso ha oggi l’arte italiana a livello internazionale?

In Italia è nato il Rinascimento, punto di riferimento mondiale per un concetto di classicità, ma l’arte rispetto alla sua storia cronologica è una vibrazione, un’onda che si diffonde senza con ni una visione un po’ più spirituale, senza etichette. Amo l’arte contemporanea per la sua varietà di stili, di scambi e di confronti. Quindi la percepisco come un arricchimento personale e di tutti.

I tuoi progetti futuri?

Mi concentro molto sulla ricerca nell’ambito dell’ecosostenibilità. Poi mi piacerebbe lavorare e creare dei centri di aggregazione, perchè vedo che se ne sente la necessità. Noi siamo cittadini del mondo, anzi dell’ universo: vorrei realizzare un progetto di riconnessione con questa dimensione come percorso creativo, per mettersi in gioco a trecentosessanta gradi .