La mostra “Soli|eloqui” a Cerveteri

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La mostra Soli eloqui
Statua Soli eloqui

di Giovanni Zucconi

Questa settimana, a Cerveteri, nelle sale di Palazzo Ruspoli, verrà inaugurata una mostra personale che ci farà conoscere meglio le opere di Riccardo La Monica, un giovane e promettente pittore cerveterano.

La mostra “Soli|eloqui”, curata da Romina Guidelli e promossa dall’Assessorato allo Sviluppo Sostenibile del Territorio del Comune di Cerveteri, aprirà con il Vernissage di sabato 3 dicembre alle ore 18:00 e proseguirà fino al 12 dicembre. Nei giorni successivi, la mostra sarà visitabile dalle ore 17:00 alle ore 20:00. Il sabato e la domenica, anche la mattina dalle ore 10:00 alle ore 13:00. Per approfondire la conoscenza dell’artista e della sua produzione pittorica, abbiamo intervistato Riccardo La Monica, che ci ha accolti nel suo studio di Cerveteri.

Abbiamo letto delle bellissime e lusinghiere recensioni delle sue opere, da parte di critici d’arte professionisti. Ma come spiegherebbe, con sue parole, la sua produzione artistica?

“I miei quadri sono una ricerca dell’Uomo e del suo inconscio, passando attraverso il sogno, la letteratura e la mitologia. Con i miei quadri voglio instillare, nelle persone, la scintilla della fantasia e dell’immaginazione, in modo che possano vedere oltre quello che è l’apparenza. Purtroppo la società moderna ci impone un modello nel quale l’esteriorità è tutto, e non c’è più niente da scoprire oltre. Io invece, con i miei quadri, vorrei che le persone vengano accompagnate in un nuovo mondo, in una nuova dimensione. E ottengo questo facendo vedere il meno possibile, perché è più importante quello che non si vede rispetto a quello che si vede. Con le mie opere, indico che esiste sempre un “oltre”, che ti permette di capire meglio se stessi e il mondo in cui viviamo. Vorrei che chi vede i miei quadri non si fermi ad una visione solo esteriore di ciò che lo circonda, ma che vada oltre, e che riesca ad entrare di più nelle cose, in se stessi, e negli altri.”

Quali sono i suoi modelli e le sue fonti di ispirazione?

“In particolare sono ispirato dalla pittura che va dal quattrocento al seicento. Caravaggio è sicuramente uno dei miei pittori preferiti, ma mi ispiro anche a Leonardo e Michelangelo. Devo dire che guardo con interesse anche il Surrealismo e le Avanguardie. Quindi, anche se visivamente le mie opere possono richiamare un preciso periodo storico, culturalmente si basano su una base artistica molto ampia. Inoltre l’ispirazione, il bello, va cercato dappertutto. Posso essere ispirato da libri, da sogni, dalla filosofia, dalla mitologia o da una semplice immagine, che può, ma non necessariamente, avere un riferimento a qualcosa. L’importante è che questa immagine possa ispirare le persone ad vedere oltre l’apparenza.”

I suoi quadri richiedono quindi uno sforzo interpretativo da parte dell’osservatore

“Io credo che l’Arte debba sempre richiedere uno sforzo per capire. E’ importante questo. I miei quadri sono sempre un enigma, e la loro visione ispira sempre qualcosa. L’Arte deve essere fruibile da tutti, ma deve comunque richiedere uno sforzo da parte di chi la guarda, altrimenti si perde qualsiasi funzione sociale. Bisogna sempre pensare che si tratta di un lavoro a due. L’artista propone sempre qualcosa, ma la rende evidente fino ad un certo punto. Poi ci deve essere l’osservatore che è comunque propenso a recepire e a capire cosa c’è dietro l’apparenza dell’immagine espressa dall’opera d’arte. Con le mie opere così enigmatiche, tento proprio di stimolare questo processo che deve nascere dalla curiosità di capire cosa c’è oltre l’apparenza, e che comunque prevede una lotta, uno sforzo per comprendere. La fatica che ci mette l’osservatore è poi ripagata dalla soddisfazione di apprezzare le cose ad un livello superiore rispetto a quello di partenza.”

Quale è stato il suo percorso artistico?

“Io ho sempre disegnato, soprattutto a matita, ma ho cominciato a dipingere dal 1998. Il mio percorso è stato molto lungo, sia per le tematiche trattate, sia per la mia continua sperimentazione, ma soprattutto per il fatto che io sono un autodidatta. Per affinare la mia tecnica, e spingermi oltre i miei limiti iniziali, ho anche fatto delle copie fedeli di grandi opere, per esempio di Caravaggio o di Leonardo. Non avendo fatto corsi, anche questo è un modo per imparare. Mi ha sempre interessato lavorare con la luce, come si può vedere bene nella mia serie di quadri definiti “pitture celate”. I primi esperimenti sono stati alcuni dipinti che rappresentavano stracci buttati casualmente per terra e illuminati con luce radente, in modo da realizzare forme che stimolassero la fantasia dell’osservatore. L’ispirazione successiva è nata durante un cantiere di restauro. Alcune statue erano protette da un pesante drappo illuminato da un potente sole. Quell’immagine è rimasta nei miei occhi, ed è stata motivo di evoluzione nella mia pittura.”

Come si svilupperà il percorso espositivo della sua mostra a Palazzo Ruspoli?

“Il percorso della mostra si snoda in tre sale espositive, e propone alcune delle mie opere realizzate dal 2000 al 2016. La prima sala presenta la serie di dipinti ad olio denominata “Lights and Shadows”: sono dipinti ispirati alla pittura del ‘600 con un forte contrasto di luci ed ombre. Nella seconda sala sono esposti i disegni, matita su carta, della serie “Sospesi”, una mia personale rivisitazione del tema della Natura Morta. Per concludere, l’ultima sala è allestita con alcuni dipinti ad olio dell’inizio del mio percorso pittorico.”

Cosa rappresentano le opere della serie “Sospesi”?

“La serie “Sospesi” è composta da una selezione di disegni che reinterpretano uno dei classici dell’Arte: la Natura Morta. Ho preso degli oggetti comuni e li ho tolti dal proprio contesto, per legarli con una corda e inchiodarli sospesi nel vuoto. L’oggetto è posto in un spazio che non gli appartiene, ed è rappresentato in tutti i sui particolari, dedicando una speciale cura all’ombra che crea sulla parete. L’ombra infatti rappresenta l’altra immagine che può avere il medesimo soggetto. Indica l’esistenza, oltre all’apparenza dell’oggetto, di molteplici aspetti che appaiano all’osservatore al variare del suo punto di vista. Anche in questo caso l’intenzione è spingere l’osservatore a sfondare quel muro che separa l’essenza delle cose dalla loro apparenza.”

 

Se si vuole approfondire la produzione artistica di Riccardo La Monica, è possibile visitare il sito www.riccardolamonica.com