PLASTIC TAX ED F35: IL DIAVOLO SI NASCONDE NEI DETTAGLI

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Plastic Tax

La questione ambientale sollevata in modo qualunquista e manipolatorio dal gretismo, ha spianato la strada al governo giallo rosso per imporre nuove tasse in nome di un fantomatico Green New Deal. 

Dopo aver annientato l’autostima del cittadino medio con una campagna, non casuale, atta a convincere ognuno di noi di essere ladri di futuro nonché colpevoli di presunti cambiamenti climatici, l’imposizione di una Plastic Tax avrà tutte le sembianze di una punizione più che meritata a cui nessuno oserà ribellarsi.

Ci hanno convinti che l’inquinamento prodotto dai colossi della chimica, della farmaceutica, delle telecomunicazione, del petrolio, del carbone dipenda da noi e non da una ristrettissima elite capitalistica proprietaria della quasi totalità delle risorse del pianeta, che condiziona il mercato, l’offerta e la domanda.

La tassa sugli imballaggi di plastica, di fatto una tassa sull’acqua minerale (e non solo), dopo ed in conseguenza del Fridays for future, sarà dunque percepita dall’opinione pubblica come un sacrificio necessario per la salvezza planetaria. Pertanto, dopo le tasse ‘etiche’ su merendine e bibite (invece di una legge di salute pubblica che imponga un limite allo zucchero negli alimenti), dal primo giugno 2020 arriva la supertassa di un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica, per un gettito per il Fisco di circa 2 miliardi.

Una tassa del 110% su un prodotto – totalmente riciclabile come il Pet- che oggi costa 90 centesimi al chilo. Una misura “green” che però non sposterà di una virgola la situazione ambientale ma in compenso colpirà il popolo italiano sempre più impoverito da una pressione fiscale banditesca. Secondo Federconsumatori, la plastic tax avrà ricadute di circa 138 euro in più all’anno a carico delle famiglie. Ogni litro d’acqua minerale ci costerà il 10% in più.

Insomma una imposizione diretta a racimolare denaro infliggendo costi ingenti a carico di consumatori, lavoratori, piccole e medie imprese: niente di più che Iva mascherata. Il Green New Deal del governo tradotto nel Documento programmatico di bilancio, oltre che una grande presa per i fondelli già a cominciare dal nome, è anche una stangata depressiva per l’economia: alla supertassa sull’acqua minerale infatti fanno buona compagnia altre imposte su combustibili fossili (carbone e petrolio) ed energia. Detto in poche parole: se paghi, puoi avvelenare l’ambiente quanto ti pare e piace.

Se l’obiettivo reale fosse la sostenibilità, le sostanze ritenute tossiche sarebbero semplicemente vietate e premiate quelle sostenibili. Di fatti tassare i combustibili, cosa che facciamo da decenni, non ha mai prodotto alcun beneficio per l’ambiente ma solo recessione economica: Pil in calo ed emissione di Co2 aumentate sono la fotografia dell’Italia 2019. Se davvero si fosse intenzionati a liberare la Terra dalla plastica, si doterebbero le città di tante fontanelle pubbliche e si investirebbe sulla qualità dell’acqua potabile casalinga – ad oggi, in molte parti d’Italia, troppo carica di residui, di sostanze tossiche e cancerogene – inducendo così le famiglie a preferire l’acqua del rubinetto a quella in bottiglie di plastica.

Ma il vero scopo del Governo è quello di fare cassa rastrellando tutto il denaro possibile dalle tasche degli italiani. Sennò i 90 caccia bombardieri F35 nuovi di zecca che Conte ha acquistato da Trump, per una spesa totale stimata tra i 13 ed i 17 miliardi di euro, chi li pagherebbe?

Editor Miriam Alborghetti