Cerveteri, nell’antica Chiesa di Santa Maria Maggiore

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Ricordare il Poeta Pasolini all’interno di un luogo sacro, è stato fatto!

Per la prima volta a Cerveteri, opera del regista e attore Agostino De Angelis con il supporto di Don Gianni Sangiorgio che ha accolto la proposta e aperto la Chiesa Antica di Santa Maria alla comunità tutta, a partire dai ragazzi dell’Istituto Giovanni Cena, protagonisti del toccante evento di venerdì 8 novembre.

Don Gianni Sangiorgio

Ad una società sempre più proiettata verso la cultura del niente il regista risponde con le parole del profeta che escono dalle pagine della storia per risvegliare le coscienze sopite. Dalla voce dei ragazzi di Cerveteri, nel grido di Don Gianni, nella musica di sottofondo che risuona nel tufo delle pareti della chiesa più antica del paese, che resiste nel retro della nuova.

Ma non è la prima volta che De Angelis realizza momenti di spettacolo e cultura in luoghi sacri, è l’ideatore in un format che, sorprende chi ignora il percorso artistico dell’attore, non stupisce chi mastica la Cultura vera. Così come per l’idea di un teatro portato in scena nei maggiori siti archeologici in Italia, così come nelle necropoli meno valorizzate, se non addirittura precluse al pubblico a Cerveteri, e che oggi, grazie alla Soprintendenza del SABAP-VT-EM e al Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, tornano a splendere e farsi conoscere attraverso i progetti culturali, organizzati dall’associazione ArchèoTheatron, che Agostino De Angelis propone a contrasto dell’aridità dell’animo umano.

Pier Paolo Pasolini con la mamma

E i ragazzi rispondono pronti al richiamo della Bellezza; alle parole gentili; al pensiero critico pasoliniano; all’invito a gridare i loro NO, a ricercare qualcosa in cui credere. La Chiesa Antica di Santa Maria è stata location di letture recitanti da parte degli studenti e dell’attore, la proiezione di alcuni estratti di interviste e scene tratte dai film di Pasolini, stralci di vita privata e di un Italia attraversata dalla guerra prima, dalla trasformazione culturale poi, nel mezzo la morte di un Uomo, la cui voce ancora risuona.

Per le immagini si ringrazia Mauro Zibellini