“Non buttiamo in ronde la sicurezza a Marina di San Nicola”

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Riceviamo e pubblichiamo dal delegato per Marina di San Nicola, Giovanni Bellofiore.

Sicurezza è una parola che richiama ad una delle primarie esigenze dell’essere umano; l’assenza di sicurezza genera paura e molto spesso tensioni sociali. E come sappiamo la paura è una pessima consigliera.

Nel 2016 a Marina di San Nicola si sono verificati circa venti furti, un numero nettamente inferiore a tutte le realtà cittadine vicine al comprensorio. Nei primi mesi del 2017 vi è stato un’escalation di questi eventi presso case private e pubblici esercizi che hanno giustamente allarmato e preoccupato la popolazione.

Per parlare di  “fallimento della sicurezza privata” sarebbe però opportuno considerare i dati e confrontare i furti avvenuti a San Nicola con quelli avvenuti, per esempio, a Valcanneto e nei territori circostanti. Non bisogna sottovalutare il fatto che questa intesificazione di eventi criminosi, avvenuta improvvisamente ed in un lasso di tempo così limitato, fa pensare a qualche causa esterna su cui, sono sicuro, le forze preposte alla nostra sicurezza stanno indagando.

A San Nicola esiste una vigilanza fissa costituita dai vigilanti presso la postazione del “gabbiotto” che controllano 24 ore su 24 le telecamere distribuite nel comprensorio, una vigilanza mobile affidata ad una società privata per il controllo diretto del territorio, nonchè un gruppo del Controllo del vicinato costituito da volontari. I componenti della società di vigilanza  hanno un’adeguata formazione, sono armati ed operano in rapporto diretto con i carabinieri. Queste sono le forze messe in campo nel nostro comprensorio e ricordiamo che, benché il sistema sia perfettibile, hanno negli anni ridotto drasticamente i furti e permesso di risolvere in poche ore un omicidio.

All’aumento dei furti, i carabinieri hanno immediatamente aumentato il loro dispositivo di sicurezza ed ho visto personalmente anche un’auto della Polizia di Stato presente nel nostro comprensorio. Va notato che i “nostri” carabinieri, pur essendo in numero assai ridotto per il territorio che presidiano, stanno lavorando in modo ineccepibile e per questo dobbiamo essere loro profondamente grati.
Proprio i Carabinieri stanno organizzando incontri nei vari quartieri della città per parlare del tema sicurezza e verranno nei prossimi giorni anche a Marina di San Nicola.

Le cosiddette ronde sono costituite da cittadini senza alcuna formazione e non si sa da chi sono composte; va inoltre evidenziato che dove sono state attivate molto spesso hanno creato intralcio alle operazioni delle forze dell’ordine e non sono pochi i casi di vere e proprie tragedie accadute per l’inadeguatezza di questi “presidi”.

Diverso dalle ronde è il progetto del Controllo del Vicinato che parte dal rapporto tra vicini di casa e da un rinnovato senso di comunità: i membri del Controllo del Vicinato si limitano a segnalare situazioni anomale o inconsuete al personale del “gabbiotto” ed ai carabinieri (è possibile iscriversi al progetto presso gli uffici consortili). Quest’estate, ad esempio, sono state allontane due donne che facevano la spola nell’ora di punta tra due bar vicini ed un mini market in attesa di poter fare il cosiddetto “furto con destrezza”.

A questo punto so che vi chiederete: ma allora siamo al sicuro e non possiamo fare nulla?

No, assolutamente no! Ma ciò non significa che bisogna cercare soluzioni  raffazzonate se non dannose o seguire le voci che affermano che la vigilanza è inutile!

Sono certo che il Consorzio sta studiando, dal canto suo, come migliorare, rendere più efficiente e potenziare il proprio dispositivo per il controllo del territorio, controllo che, già oggi in molte occasioni, ha contribuito con efficacia ad operazioni di polizia. Sarà all’assemblea dei consorziati poi valutare se l’acuirsi di questi attacchi alla serena convivenza nel comprensorio valgano un maggior sacrificio economico.

Il fulcro della sicurezza, però, non può che essere il dispiegamento, opportunamente dimensionato, delle forze dell’ordine in tutto il nostro territorio cittadino per consentire operazioni di prevenzione, indagini e vere operazioni di contrasto alla criminalità. In questo senso non ci vuole un addetto ai lavori per definire il livello minimo di forza in una compagnia dei CC con tutto quello che ne consegue! Non dimentichiamo che la nostra popolazione, unita a quella di Cerveteri, sfiora le 90.000 unità e che per un largo periodo dell’anno raddoppia quasi la sua popolazione. Il nostro, poi, è un territorio complesso e le attuali forze in campo sono, è corretto ribadirlo,nettamente insufficienti. 

La Polizia Locale, inoltre, a causa del suo organico totalmente insufficiente e nonostante il grande ed encomiabile sacrificio personale, non può collaborare come vorrebbe con i Carabinieri.

La sicurezza non è un “sistema magico” per cui si possono risolvere sic et simpliciter tutti i problemi, ma necessita di adeguata pianificazione.

Personalmente credo che la sicurezza del nostro territorio, pressato da una criminalità sempre più agguerrita e radicata (come anche recenti operazioni di polizia ci hanno ricordato), ha perentoria necessità di un Commissariato di Polizia, non solo per l’ovvio motivo che si aumentano le forze di contrasto alla delinquenza, ma perché la sicurezza, quella vera, parte da lontano. Parte innanzitutto da una “bonifica” del territorio; gli agenti di un commissariato, a titolo di esempio non esaustivo, hanno competenze di polizia amministrativa che, se ben applicate, possono rendere il territorio poco gradito alla delinquenza favorendo la loro migrazione in altri territori.

Mi chiedo perché nel 2017 dobbiamo parlare di ronde quando il vero tema giornalistico è indagare perché il Viminale consenta ad una Regione come la Valle d’Aosta, che ha 128 mila abitanti, di avere una Questura con oltre 100 agenti e due compagnie dei Carabinieri senza considerare la GdF e tutte le forze dislocate sul territorio di confine, o, per restare più vicini a noi, perchè consenta ad un Comune come Tarquinia di avere una stazione dei Carabinieri, un Commissariato, Guardia di Finanza ed ex Guardia Forestale, nonchè Polizia Stradale oltre ad un corpo di Polizia locale adeguato. È ovvio che la criminalità sceglie il territorio meno presidiato; a San Nicola esiste la deterrenza di telecamere e vigilanza privata, ma è evidente che queste non possono sostituirsi nè istituzionalmente nè operativamente alle forze dell’ordine ma possono efficacemente integrare la loro azione con uomini e mezzi delle forze di polizia opportunamente dimensionati e dislocati nell’intero territorio comunale. La sicurezza è inevitabilmente un gioco di squadra. 

Proprio questi dati sconfortanti sulle nostre forze dell’ordine sono stati riportati dal Sindaco all’allora Prefetto di Roma Gabrielli, attuale Capo della Polizia, il quale convenne nella necessità di una riorganizzazione delle forze in campo. In quella occasione apprezzai molto come il Dott. Gabrielli sottolineasse l’importanza per le forze di polizia di essere non solo efficaci ma anche di reale presenza. La Polizia di Stato in  suo spot  lanciava il messaggio “Noi ci siamo”.

So bene che molti esperti, molto più titolati di me, dicono che ormai il Commissariato è un sogno impossibile, vista la normativa voluta da Napolitano “mai più Polizia dove sono presenti i Carabinieri”. Rammento però quanto insegnatomi da mio padre, che a sua volta lo aveva appreso da mio nonno, entrambi Questori in Polizia:  le risposte sono legate alle domande! Ed allora ecco la domanda banale, semplice ed ingenua. Possiamo continuare a vivere in un territorio con così poche forze dell’ordine? Chi ha le competenze ci dia la risposta concreta ma risolutiva.

Per parte nostra di cittadini troviamo il modo per far sentire la nostra voce chiedendo più sicurezza utilizzando tutte le norme esistenti e magari chiedendo di rivedere tali norme se non rispondono alle reali esigenze dei cittadini. Il Comune non può assumere nuovi dipendenti e quindi anche vigili urbani, non è previsto un Commissariato, i Carabinieri sono troppo pochi e di certo in questo contesto la vigilanza privata può arginare, ma non è efficace come potrebbe essere. È giusto arrendersi o è una battaglia da fare tutti insieme per il futuro della nostra città? 

Al di là delle beghe politiche, dei piccoli dissidi consortili, delle elezioni amministrative imminenti, questo è un tema vitale per il quale battersi, insieme.

delegato per Marina di San Nicola, Giovanni Bellofiore