Quando la Lazio infiammò Cerveteri

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di Maurizio Martucci

Chi se lo ricorda? Sicuramente i tifosi di buona memoria, forse i più anziani e i più giovani probabilmente nemmeno lo sanno: davanti al pubblico delle grandi occasioni, negli anni ’70 la Lazio disputò due amichevoli in notturna a Cerveteri.

All’attivo 21 reti, solo una al passivo. Il flash back dei ricordi racconta di macchine parcheggiate all’impazzata sulla Settevene Paolo, come all’Olimpico file al botteghino per procurarsi il biglietto d’ingresso (costava1.000 lire), coi tifosi assiepati in ogni angolo e persino fuori e sopra le mura di un ‘San Paolo’ (così si chiamava l’attuale ‘Enrico Galli’) colmo all’inverosimile, tra folla, entusiasmo e spiegamento di bandiere per la prima uscita della stagione laziale. Si trattò di due gare pre-campionato, quelle che a margine dei ritiri estivi oggi si giocano nei tornei intercontinentali sponsorizzati dalle multinazionali del grande business: oltre che di cuore, all’epoca quel calcio romantico era una faccenda domestica e poteva capitare che le sgambature, anche per squadre di Serie A,invece che a Parigi o Madrid si organizzassero semplicemente fuori porta, al di là del Grande Raccordo Anulare. Fu così che Umberto Lenzini (presidente bonario del primo scudetto) per due volte portò pullman e casacche biancocelesti a Cerveteri. Un’occasione di festa per migliaia di tifosi e appassionati di calcio che ancora tramandano l’evento, non propriamente fausto se è vero che -statistiche alla mano – al termine di quei campionati la scoppiettante Lazio passata in terrà d’Etruria retrocesse in Serie B (ma questa è un’altra storia).

 

La prima volta quasi mezzo secolo fa, era giovedì 20 Agosto 1970,terminato il ritiro estivo sulle alture modenesi di Pievepelago: era la Lazio dello stregone argentino Lorenzo, di Peppiniello Massa, Guacho Morrone, Governato, Mazzolino (capitano), Dolso e Chinaglia: “per Giorgio il Brasile o il Cerveteri è la stessa cosa e Lorenzo ha impiegato cinque minuti per convincerlo ad uscire”. Così il Corriere dello Sport dipinse uscita dagli spogliatoi e tripletta di Long John sotto la Necropoli (la maglia marchiata Umbro era bianca con bordi blue come per i calzettoni), che di lì a poco si sarebbe esibito a Londra nel tempio di Highbury contro l’Arsenal in Coppa delle Fiere (la gara d’andata passerà alla storia per la rissa tra giocatori in un ristorante di Roma). Circostanza che legò Cerveteri ad una particolare curioso: per provare un’anteprima del football d’oltre Manica, Juan Carlos Lorenzo (notoriamente scaramantico e superstizioso) gettò in campo un singolare pallone giallo di marca inglese che sul prato del Comunale rotolò per 5 memorabili minuiti (costò 17 sterline, 23mila lire di allora). Altre annotazioni: nel secondo tempo il portiere Avelino Morigg i(secondo di Sulfaro, lo sarà poi anche di Pulici) difese i pali azzurroverdi mentre nella Lazio esordì Pierpaolo Manservisi che in tandem con Chinaglia arrivò al tricolore con Maestrelli: proprio a Cerveteri l’Uccellino (così era soprannominata l’ala ex Napoli) realizzò la sua prima rete in casacca laziale. Arbitro dell’incontro, Massai di Civitavecchia (la partita terminò 0-9).Tra alti e bassi, un altro aneddoto ci rimanda alla fine di quel campionato 1970/71:battuto in finale il Basilea, la Lazio vinse la Coppa delle Alpi, il primo trofeo europeo nella storia del club.  Ancora di ritorno da Pievepelago, nove anni dopo  si replicò nell’estate 1979,era mercoledì 8 Agosto, ma pure un’altra Lazio. Maglia celeste con bordi bianchi (prodotta dalla Ennerre, i numeri delle casacche stavano pure sui pantaloncini, bianchi come i calzettoni) quella squadra aveva smarrito l’ossatura degli invincibili del 1974, se non nel blasone di un nome svilito nella covata di giovani talenti che nell’anno di sangue in Curva Nord (Vincenzo Paparelli fu ucciso in un derby proprio nel 1979) piombarono d’ufficio in Serie B, invischiati nel primo calcio scommesse, madre di tutti gli scandali coi calciatori rinchiusi a Regina Coeli per un’onta che ancora grida verità. In panchina c’era l’intramontabile Bob Lovati (portiere nella prima Coppa Italia del 1958), in campo il bomber trasteverino Bruno Giordano (autore di una tripletta), Lionello Manfredonia e la classe di Vincenzo D’Amico (gli applausi del pubblico ai piedi della Banditaccia furono soprattutto per le sue estrose e funamboliche giocate), mentre il capitano Pino Wilson (nel 1980 nell’occhio del ciclone) fu l’unico superstite della prima storica apparizione a Cerveteri: “dilettanti generosi e smaniosi di ben figurare contro avversari di rango”, definì L’Unità il gagliardo undici ceretano che con un autogoal di Totò Lopez registrò sull’almanacco il vanto di una rete inflitta alla Lazio (finì 1-12, arbitrò il romano Falsetti). Tra gli esordienti, la giovane ala Enrico Todesco siglò due goal (scese in campo al posto dell’infortunato Garlaschelli) ma fece bene pure il terzino del vivaio Carlo Perrone (passerà in prestito alla Roma di Nils Liedholm per uno scambio con Michele De Nadai). Al fischio finale, tra foto ricordo e abbracci, tutti felici e contenti, compreso il cassiere del botteghino: l’incasso della serata salì a 12 milioni di vecchie lire. Anno di calcio 1979/80.

Giovedì 20 Agosto 1970 – Cerveteri, centro sportivo San Paolo – Cerveteri-Lazio 0-9

CERVETERI: Ercoletti (46’ Moriggi), Staffa, Carletti, Martini, Di Giovampaolo, Latini, Di Belardino, Bonini, Di Giuseppe,Pambianco, Ricci – All. Jodice

LAZIO: Sulfaro, Wilson, Facco, Governato, Polentes, Marchesi (55’ Nanni), Massa, Mazzola (II), Chinaglia (82’ Legnaro), Manservisi (60’ Dolso), Morrone (70’ Fortunato) – All. Lorenzo

Arbitro: Massai (Civitavecchia)

Marcatori: 6’ Chinaglia, 8’ Chinaglia, 9’ Massa, 14’ Manservisi, 17’ Morrone, 29’ Chinaglia, 32’ Morrone 55’ Mazzola (II), 90’ Mazzola (II)

Spettatori: 10.000 circa

 

BOX

Mercoledì 8 Agosto 1979 – Cerveteri, centro sportivo San Paolo – Cerveteri-Lazio 1-12

CERVETERI: Zanni, Giaculli, Sormani, Benedetti I, Mancini, Benedetti II, Lanzanesi, Cerici, Sebastiani (46′ De Giuseppe), Mutalipassi (46′ Ferretti), Colonna

LAZIO: Cacciatori (68’ Avagliano), Pighin, Citterio, Wilson, Manfredonia (68′ Perrone), Zucchini (68′ Manzoni), Todesco, Montesi (68’ Farinelli), Giordano, A. Lopez (46′ Viola), D’Amico (64′ Piochi) – All. Lovati

Arbitro: Falsetti (Roma)

Marcatori: 14′ Lopez, 18′ Giordano, 21′ Zucchini, 34′ Lopez (aut), 45′ D’Amico, 46′ Todesco, 54′ Giordano, 68′ Todesco, 71′ Giordano, 81′ Giordano (rig), 85′ Piochi, 87′ Wilson, 89′ Farinelli

Spettatori: 4.000 circa

1970 dal campo: il ricordo di Pierpaolo Manservisi

“Lorenzo andava in paranoia e voleva depistare giornalisti e‘spie’ avversarie, così scelse Cerveteri. Da qualche settimana avevo cominciato a conoscere i miei nuovi compagni di squadra, prelevato dal Napoli e voluto proprio da mister Lorenzo dopo un Napoli-Lazio del 1970 in cui segnai al San Paolo,pareggiando il goal di Chinaglia (tra i pali azzurri c’era Dino Zoff – NdR).A Cerveteri giocai di punta, un ruolo che non era il mio, ma Lorenzo mi aveva fatto acquistare proprio perché mi vedeva come spalla di Long John: fu il grande equivoco che rovinò la mia stagione e, col senno di poi, quellodella stessa Lazio che poi retrocesse.Il clima in quell’inizio stagione era piuttosto tranquillo, anche se già cominciava a germogliare il ‘seme della follia’ che avrebbe poi portato la Lazio nella storia (Manservisi si riferisce alle intemperanze, al limite dell’inverosimile, della cosiddetta Banda Maestrelli,genio e sregolatezza, pistole e palloni! -NdR).Osservando la foto di quell’amichevole a Cerveteri, ricordo tutti con affetto. Stimavo molto Marchesi, esempio di serietà, che una volta diventato allenatore mi volle in Serie C a Mantova quando lasciai Roma dopo lo scudetto del 1974. Di quella squadra qualcuno non c’è più (Lenzini, Lorenzo, Polentes, Chinaglia, Mazzola, Massa, Dolso- NdR), noi superstiti stiamo invecchiando ma, protagonisti o meno, sentiamo di aver fatto parte di un periodo leggendario della storia di un calcio che non si ripeterà più”.

 1979 sugli spalti: il ricordo di un bambino tifoso

Il buio della sera, le luci dei lampioni del campo di Cerveteri, il caos delle macchine e dei tifosi che non riuscivano ad entrare allo stadio, talmente era pieno di genterichiamatanon solo dalle spiagge del litorale. Abitavo a Roma e in quell’estate villeggiavo a Ladispoli, avevo appena 6 anni. Ci andavo con la mia famiglia: avevamo una casa coi nonni in una palazzina vicino al Bar Mexico, un covo di laziali. Ricordo il ‘Lazio Club Ladispoli’ di Via Trapani ma soprattuttol’amichevole di Cerveteri in alcuni fotogrammi ancora impressi nellamente: andai allo stadio con mio zio e papà, seduto sulle sue spalle, rigorosamente bandiera biancoceleste in pugno e cappellino in testa con scritta FORZA LAZIO. La felicità del mio ingresso sugli spalti non me la sono dimenticata, mi sembrava di sognare ad occhi aperti. Vedevo i giocatori da vicino, abituato a guardarli da lontano dalla televisione o dallo Stadio Olimpico. Il mio idolo era ovviamente Bruno Giordano, il bomber amato dai più piccoli, ma tra quei calciatori ricordo il baffuto Vincenzo Zucchini, un centrocampistaprelevato quella stessa estate dal Pescara che poi segnò nel derby di Paparelli: conobbi persino i suoi parenti! Quel calcio in provincia era come una grande famiglia allargata! Oggi non è più così.”

 

FantaCalcio: pure Pelè e Maradona a Cerveteri?

Per via delle conoscenze,in un modo o nell’altro siamo tutti collegati. Come per risonanza: fantasticando con le correlazioni della Legge di Murphy, grazie ai mattatori della Lazioanni ’70è come se i miti del calcio Pelé e Maradona fossero passati anche loro a Cerveteri. Come? Giorgio Chinaglia con O’ Rey sbancò l’America nei Cosmos di New York, mentre Bruno Giordano conquistò Napoli col Pibe de Oro.Per la Legge di Murphy Chinagliasta a Pelè come Giordano sta a Maradona, per cui entrambi è come se avessero giocato a Cerveteri!