LA DIPENDENZA AFFETTIVA

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dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva fa parte del settore delle dipendenze anche se non viene trattata nei SerD (servizi dipendenze, ex SerT). Ciò che accomuna tutte le dipendenze è un attaccamento primario carente alle figure di accudimento primario (genitori).

La dipendenza affettiva può emergere come solo “disturbo” portato dalle persone oppure può essere una delle sue problematiche. La dipendenza affettiva porta sempre a formare relazioni disfunzionali. Ora è importante evidenziare la differenza tra relazione funzionale e disfunzionale. Entrambe sono costruite per bisogni di attaccamento in quanto noi siamo animali sociali.

Ma, nella prima, le persone riescono in modo concreto ad incrociare momenti di benessere e di malessere, farne un’adeguata valutazione e decidere, qualora il malessere fosse maggiore del benessere, di porne rimedio oppure di separarsi.

Nella coppia disfunzionale, le persone o non arrivano a fare l’incrocio tra malessere e benessere oppure, qualora lo facessero, non riescono a porne rimedio arrivando a “cancellare” la parte di malessere perché è vitale mantenere le sensazioni di benessere. Il meccanismo che mantiene la dipendenza affettiva è la ricerca della gratificazione, del benessere e l’evitamento del malessere, che è ciò che succede in tutte le dipendenze.

La persona cerca, nella sostanza o nel gioco, la promessa del benessere e l’evitamento del malessere. Ma di quale maccanismo di tratta? È sostanzialmente un meccanismo di apprendimento, le cui fonti possono essere esperienze personali oppure famigliari. In pratica succede che una persona, per un qualsiasi motivo, si trova in un momento di fragilità e prova malessere, incontra una persona (o usa una sostanza) e ne trae sollievo per più volte.

Ciò fa si che la persona continui la relazione per mantenere il sollievo e, quando succede qualche momento di crisi, cerca di sistemare le cose per evitare il disagio che ha provato e far ripristinare la sensazione di benessere. È ovvio che in ogni coppia si cerca di dare una soluzione alle crisi ma nella coppia disfunzionale e in cui gli elementi sono in un rapporto di interdipendenza, il disagio provato è sì contestuale ma fa rinascere un disagio antico.

Inoltre, nella dipendenza affettiva, i bei momenti sono veri bei momenti, sono momenti da sogno a cui seguono, spesso, momenti completamente opposti. Ecco perché una persona (uomo o donna) che viene sottoposta a violenza psicologica o fisica ha difficoltà a lasciare il carnefice.

“Mi picchia ma è un brav’uomo”, questa è una frase che sento spesso. Una signora, per esempio, che ha fatto un percorso di psicoterapia tempo fa, mi raccontava che nella relazione c’erano momenti bellissimi, di grande unione seguiti, quasi sempre, dalla sparizione del partner (vivevano nello stesso paese), o da svalutazione, o altri eventi che le provocavano estremo disagio.

Lei, però, non riusciva a capire perché non riusciva a staccarsi dal partner e perché viveva nella speranza di rivivere quei momenti da favola. Questo è un altro aspetto delle dipendenze affettive.

La persona mantiene una parte di sé orientata verso il presente attraverso cui riesce a far un’ottima analisi della relazione; questa parte, però, non comunica e, a volte, entra in conflitto con la difesa “idealizzazione” del partner o di sue parti della personalità. Infine, con la prospettiva dell’interruzione della relazione, si riattiva una sofferenza originaria legata al trauma di attaccamento.

violenza
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta