La cult diva

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2029

Iaia Forte passa con disinvoltura dal cinema impegnato alla commedia leggera, dal teatro di qualità ai ruoli comici. E pensare che voleva fare l’archeologa
di Felicia Caggianelli

La definiscono attrice cult. In realtà è una artista duttile, capace di passare dal teatro impegnato alla commedia leggera, spaziando con disinvoltura da Moliere a Sorrentino. Napoletana verace, Iaia Forte ha fatto della simpatia e delle interpretazioni poliedriche il motivo del suo successo. Indimeticabili le sue interpretazioni nella “Grande bellezza”, in “Luna e l’altra” dove vinse il Nastro d’argento come miglior attrice protagonista, portandosi a casa anche il Globo d’oro ed il Ciak d’oro.  A farla debuttare fu Toni Servillo con cui ha mantenuto un ottimo rapporto.

Oggi è un’attrice di successo, ma è  vero che da bambina avrebbe voluto fare l’archeologa?

“Sì vero. Non ci pensavo proprio da bimba a diventare attrice, avevo altro obiettivi. Sognavo da grande di diventare archeologa, tipo ndiana Jones. Immaginavo che un giorno avrei trovato una tomba piena di scheletri misteriosi. L’archeologia resta una mia grande passione, visito spesso gli scavi che sono luoghi magici, sospesi nel tempo.  Poi crescendo fantastica di piroettare come una ballerina sul palcoscenico. Alla fine mi sono diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia e sono diventata attrice”.

 Lei ha vinto prestigiosi premi come il nastro d’argento ed il globo d’oro. Quale è il segreto di Iaia Forte?

“Non c’è una ricetta magica. Credo che la mia fortuna sia sempre stata quella di essere me stessa ed interpretare ruoli che, mettendomi dalla parte del pubblico, avrei voluto vedere da Iaia Forte. Essere semplici è il modo migliore per costruire un rapporto sincero col pubblico”.

Come nasce il nomignolo Iaia?

“Io mi chiamo Maria ma i miei fratelli più piccoli non lo sapevano pronunciare il mio nome per intero. Da allora è rimasto Iaia, visto che suona anche così bene e ha portato fortuna”.

A proposito di fortuna, da buona napoletana è scaramantica?

“Non molto, conosco colleghi ed amici che lo sono molto più di me. Ho qualche piccolo rito, ma nulla di clamoroso. Di sicuro non appendo cornetti rossi o ferri di cavallo nel camerino prima dell spettacolo”.

Dovendo scegliere, ama più il cinema o la televisione?

“Come spettatrice adoro il cinema, ovviamente quello di buon livello e di qualità. Come attrice sono innamorata del teatro, mi piace il contatto diretto con il pubblico e l’effetto dal vivo dello spettacolo dove non puoi sbagliare. E se sbagli devi essere capace di recuperare”.

La critica la definisce spesso un’attrice impegnata, una cult diva. Condivide la definizione?

“Oddio, cult diva è impegnativo come termine. Anche se mi piace. Credo che sia una definizione che nasca dai tanti ruoli in film e rappresentazioni impegnativi che ho interpretato in questi anni. Spesso agli attori si affibbiano etichette dovute a lavori di successo che li fanno incarnare per sempre dal pubblico in quel ruolo”.

Parlando di film impegnati, come è stato recitare nella Grande bellezza?

“Lo ricorderò per sempre, è stata una gioia immensa. E  un film talmente particolare con una tale ambizione che è stato stupendo poterlo fare. Nella vita di ogni attore c’è il desiderio di vincere un

Rimpianti? Rimorsi?

“Nessuno dei due, non mi appartengono. Ho solo tanti ricordi, belli e brutti, che fanno parte del mio percorso professionale. Come il mio arrivo al Centro Sperimentale di Cinematografia e di conseguenza il mio arrivo a Roma nel 1987. Scelta che ha cambiato totalmente la mia vita. Quello è un ricordo forte. E bello”.

Avvolgendo il nastro Iaia Forte ribarebbe l’attrice?

“Assolutamente sì. Mi regala ogni giorno molte possibilità di incontro e di scambio con il prossimo. Ha un prezzo da pagare, ovviamente, sottraendo molto alla mia vita privata”.