Estratti Sì, Estratti No

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Succhi, centrifughe e frullati sono salutari?

I centrifugati e gli estratti freschi di frutta e verdura fanno bene? “Sì e no” risponde la naturopata Monica Bertoletti, (www.food4care.it) – alias Monique Bert,14mila followers, nel gruppo Medicina Eubiotica, Naturopatia e Dentosofia e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi – facendo chiarezza su quella che è diventata una vera e propria moda alimentare.

“Se preparati nel modo giusto e con alimenti adeguati, inseriti in regimi alimentari specifici per certe patologie, possono svolgere un ruolo importante ai fini della guarigione – spiega Monica Bertoletti- Altrimenti possono inficiarla e persino peggiorare le cose.

Nei centrifugati la fibra è molto ridotta e spesso quasi eliminata, il che porta a rapida digestione e rapido aumento di zuccheri nel sangue, con le conseguenze note. Quando vengono centrifugati, i frutti e alcune verdure aumentano la concentrazioni di zuccheri e nutrono gli organismi parassitari e patogeni, rendendo così il corpo più acido anziché più alcalino, peggiorando le problematiche sottostanti. Poiché vengono assorbiti in fretta non si combinano con nessun altro alimento, per cui andrebbero assunti, in una giornata a loro dedicata, senza altri cibi, consentendo un riposo degli organi digestivi.

Il centrifugato, anche di sola verdura, viene assorbito molto in fretta, con effetto simile a quello dello zucchero. Utilizzare le verdure della famiglia crucifere, crude, pur essendo notoriamente antitumorali, inibisce l’attività tiroidea e raffredda l’organismo, rendendo difficile liberarsi dai patogeni.

Carote, mele, barbabietole e gran parte della frutta hanno alte dosi di zuccheri, se ci sono candidosi asintomatiche (spesso presenti nelle autoimmuni e in problemi tumorali), riacutizzano la patologia.

Utilizzare sedano, lattughe, zucchine e cetrioli per i centrifugati è l’ideale, ma anche questi andrebbero comunque trattenuti in bocca, “masticati” per esser addizionati di enzimi, con la saliva, iniziando così il processo digestivo. Questo fa un’enorme differenza.

Ottima regola sarebbe aggiungere del cocco râpé, in modo da aggiungere fibra e valore chetogenico, oppure dell’olio di cocco, per moderarne l’indice glicemico. Un pizzico di sale marino integrale o di alghe triturate rende il tutto molto più equilibrato e salubre.

Per quanto esposto sopra sarebbe molto meglio utilizzare i frullati anziché i centrifugati. Questi ultimi se non si conoscono bene le combinazioni, potrebbero invece ostacolare la guarigione”.

Per sfatare il mito dei centrifugati la naturopata e la sua équipe hanno valutato diversi parametri comunemente ritenuti vantaggiosi.

“In primis – spiega Monica Bertoletti fra la centrifuga e l’estrattore, indipendentemente dai giri, la sola differenza di rilievo (a parte il costo) è la quantità di materiale che viene scartato con la centrifuga, che con l’estrattore è molto molto inferiore e consente di consumare un prodotto con più fibre, oltretutto.

In secondo luogo la temperatura prodotta da entrambe le tipologie in commercio attualmente, non distrugge né enzimi, né vitamine. Infine, e mi sembra l’informazione più significativa: se non si utilizzano verdure e frutta antitumorali, il centrifugato non serve a niente. Pertanto, dentro ci andrebbero, per un’utilità reale, broccoli e tutta la famiglia delle crucifere, (non per chi soffre di ipotiroidismo: mai crude), cicorie, aglio, cipolla e non certo carota, mela, finocchi, cosa che il 90% delle persone non farà mai per il sapore disgustoso che ne deriva.
Per cui aboliamo il mito dei centrifugati per star bene. Senza questi requisiti, è vano.

Oltretutto è importante sapere che il valore del centrifugato è terapeutico se abbinato a un’alimentazione che fornisca anche nutrienti derivati da animali e glucidi nella forma corretta, in qualsiasi altro caso, se utilizzati come nutrimento, debbono essere una eccezione di pochi giorni, pena dei gran danni, altro che salubri”.

La naturopata consiglia comunque di farne un uso occasionale e non di certo un alimento abituale, che per quanto naturale all’apparenza, subisce un’indesiderata lavorazione che ne altera velocemente le caratteristiche.

Controcorrente? Sì, ma mai contronatura.