Edy Angelillo: “Una vittoria vivere la propria passione”

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Attrice, ballerina, cantante, Edy Angelillo torna alla ribalta del mondo dello spettacolo con la commedia “L’amore migliora la vita” che smaschera l’ipocrisia contemporanea
di Felicia Caggianelli

Dopo il teatro Marconi di Roma, il San Babila di Milano prosegue al teatro Erba di Torino la divertente commedia scritta e diretta da Antonio Longo L’amore migliora la vita, con un cast d’eccezione. Giorgio Borghetti, Ettore Bassi, Eleonora Ivone e Edy Angelillo genitori alle prese con la loro fragilità mentale e meschinità si mettono a nudo di fronte alla volontà dei propri figli di vivere apertamente la loro storia d’amore sul tema dell’omosessualità. Per vivere a pieno questa commedia abbiamo incontrato uno degli attori. Se non avesse fatto l’attrice, confessa, avrebbe fatto l’attrice, anche perché ha sempre fatto questo lavoro.  E confessa di non saper  fare altro visto che ha iniziato prestissimo a soli 17 anni. E per fortuna è andata avanti. In tre aggettivi si definisce sicuramente ottimista, sicuramente infantile in certe cose, altrimenti non avrebbe fatto questo mestiere, e spera simpatica. Un quarto aggettivo l’avrebbe mandata in panico, confessa sorridendo. Ha un ottimo rapporto con i libri.  Sono fondamentali per lei prima di andare a dormire. La rilassano e soprattutto  le fanno staccare la spina da tutto quello che ha fatto durante il giorno. Il calcio lo segue solo durante i mondiali. Tifa un po’ la Fiorentina giusto perchè è la squadra preferita di suo figlio. Quindi è soltanto per una questione di core de mamma .

Ballerina cantante attrice, qual è il tuo amore artistico?

“La ballerina la metterei in fondo. Il fatto che abbia studiato danza non vuol dire che sia una ballerina assolutamente. Mi so muovere. Certo l’ho fatto ma al primo posto metterei  senza dubbio l’attrice . E mi piace molto anche cantare”.

Qual è lo stato di salute delle fiction?

“È una bella domanda questa. Spero che continuino ad esserci perché vuol dire lavoro per noi attori. La cosa buona che vedo è che in passato si facevano fiction a tonnellate e la qualità era molto bassa. Devo dire che ultimamente qualcosa di interessante e fatta bene, anche se seriale, la sto vedendo. Penso che ci si stia mettendo quasi alla pari con le grandi fiction americane che sono quasi dei film, sono fatte bene e si è capito che bisogna puntare sulla qualità  ci metti qualità o sei destinato a perdere pubblico”.

Quando hai scoperto che da grande avresti fatto l’attrice?

“Da quando sono nata. Ero piccola e mia madre mi diceva che ero sempre lì a mettermi i vestiti i tacchi suoi. È una cosa che ho sempre voluto fare. Di sicuro una cosa artistica. E vivere della propria passione è una grande vittoria”.

E’ da poco finita la kermesse musicale di Sanremo. Una esperienza che tu hai vissuto al fianco di Pippo Baudo. Che ricordi hai di quella edizione?

“Un’esperienza pazzesca. Bellissima anche perché quell’anno c’erano i Queen, io adoravo e adoro tutt’ora Freddy  Mercury . Ero giovanissima, avevo venti anni. Quindi per me vedere Freddy dal vivo era il massimo della vita. Vedere i propri miti da vicino è un’emozione unica. Poi c’erano i Cultur club con il mitico Boy George poi c’era Paul Young c’erano una marea di artisti internazionali fantastici e per me è stata una vacanza meravigliosa. Pippo Baudo l’ho conosciuto prima perché io ho debuttato o n lui nella sua prima Domenica In, in cui facevo la ragazza del mese. Una settimana ballavo, un’altra recitavo o cantavo. Dopo di che è lui che mi ha voluto con nella kermesse Sanremese. Devo dire che è una persona con cui mi sono trovata molto bene. È inoltre un perfezionista che deve sempre dire la sua anche sul vestito che indossi”.

Un rimpianto o un rimorso?

“Ci sono un miliardo di rimpianti ma nello stesso tempo nemmeno uno. Perché se in quel momento ho deciso di fare una cosa piuttosto che un’altra è perché ritenevo giusto così. Detesto i rimpianti, sono una noia pazzesca. Anche perché con il senno di poi è molto semplice. Nel momento in cui devi fare delle scelte, decidere o come ti proponi è anche una questione di maturità. A venti anni fai sicuramente più sbagli di quanti nei puoi fare dopo. Si dovrebbe nascere al contrario ovvero avere la faccia di una di venti anni dentro l’anima di una ottantenne così da essere super saggia. Ma sarebbe una noia mortale la vita. Va bene così nessunissimo rimpianto”.

Con commedia dal titolo  L’amore migliora la vita avete affrontato il tema della omossessualità, cosa pensi di questo argomento un po’ scomodo?

“Il testo mi è piaciuto moltissimo quando l’ho letto perché è un testo moderno, attuale, è una commedia e quindi fa molto ridere ma nello stesso tempo è scritta in maniera intelligente. Partiamo dal fatto che scrivere un a commedia è difficilissimo perché deve far ridere ma nello stesso tempo non deve essere troppo leggera e superficiale. Questa commedia potremmo definirla in gergo teatrale una commedia scorretta perché fa ridere a primo impatto ma fa pensare. È una sorta di specchio nel quale ci si può riflettere e non sempre si vedono cose piacevoli. È una commedia sulle piccole meschinità familiari e fa ridere. I personaggi sono uno più brutto dell’altro ma fanno ridere nel la loro pochezza perché in fin  dei conti rappresentano tutti noi”.

La risata può essere un volano in grado di comunicare certi messaggi?

“Io credo che sia la cosa migliore. Nel momento in cui lo sottolinei lo rendi pesante. Quando arriva veicolato da una risata ecco che ci ridi e qualcosa ti rimane. La leggerezza arriva ovunque. Angelo Longo è stato molto bravo a scrivere questo testo che è duro ma trattato in maniera ironica con una grandissima fetta di cinismo”.

Programmi futuri?

“Per il momento ci facciamo questa bella tournee poi spero di continuare come ho sempre fatto a lavorare in teatro. Ho recitato in una fiction dal titolo Furore e poi vediamo. Il nostro lavoro è così. Siamo completamente matti  perché per fare un lavoro del genere devi essere completamente folle. Quindi tutto quello che arriva è il benvenuto”.

Che  consiglio daresti a chi si appresta ad entrare in questo mondo?

“Di cambiare subito strada. È difficile soprattutto per i ragazzi. Io sono nata nel secolo scorso e devo dire che di lavoro ce n’era. Mi ricordo che avevo molte possibilità e potevo scegliere. Oggi per un ragazzo è difficile. Non c’è lavoro, quindi devi avere una passione così smisurata per non mollare e i talent scout non aiutano perché a vincere è solo uno e gli altri che fine fanno? Quindi se non hai la passione è meglio cambiare così come anche se non hai il carattere forte visto che questo meccanismo può anche massacrarti psicologicamente. Bisogna essere forti e anche un po’ sciocchi per andare avanti”.