Campo Progressista Cerveteri incontra le Officine delle idee della Capitale

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Alcune  compagne e compagni delle Officine delle idee di Cerveteri  hanno partecipato  all’incontro di lavoro che si è protratto per l’intera giornata di ieri alla Garbatella assieme a decine di altre esperienze di Officine delle idee della Capitale.

Vi hanno partecipato con entusiasmo e apportando il loro contributo di proposte e suggerimenti su alcuni temi specifici:la scuola, l’economia circolare e l’agricoltura sociale e la diversa politica nei confronti dei beni archeologici locali.

Concretezza nei suggerimenti su come utilizzare con ricadute positive sul territorio l’enormità di lascito che gli Etruschi vi hanno lasciato con una reale discontinuità rispetto alla solita zuppa che da anni ha mostrato una manifesta incapacità nel rendere tale patrimonio positivo per la intera Comunità cervetrana.

“Campo progressista era nato per dare una prospettiva, ora è diventato una realtà” ha annunciato Giuliano Pisapia durante il suo intervento, sottolineando che le “officine delle idee“, il pensatoio dal basso creato per dare linfa la suo movimento, ha già raggiunto il numero 227.

In tutta Italia le cellule arancioni tematiche o divise per territorio, a neppure un mese dall’esordio ufficiale del teatro Brancaccio ( assemblea dell’11 marzo), cominciano a prendere forma .

La speranza diventa concretezza, il “salto in avanti” che toglie ogni alibi e non consente più di aspettare: quel campo largo c’è e molla gli ormeggi.

Una giornata particolare“, insomma si è vissuta alla Garbatella.

“E’ il nostro elogio proprio nel momento di maggior discredito della politica” ha detto il senatore Luigi Manconi che ha commosso gli oltre duecento convenuti parlando di Giulio Regeni, di diritti civili e sociali.

Spiega inoltre Pisapia  che nelle officine arancioni c’è “chi non si arrende alla sola protesta e rabbia e chi non vuole passare per i partiti tradizionali”.

Un insieme diverso della politica, esperimento che si vuole portare fino in fondo, dal basso ma con l’obiettivo di governo.

Il cortile, in cui solitamente giocano ragazzini che frequentano la parrocchia,diventa per più di sei ore un oratorio laico con tanti tavoli in cui si cerca di far nascere idee e proposte. Le Officine delle idee appunto che servono sopratutto a fare quel lavoro di “ricucitura paziente” e ricostruzione che sembra una fatica di Sisifo in un momento in cui la sinistra è più divisa e acrimoniosa che ai tempi del craxismo. Tavoli dove si parla di economia circolare, mobilità urbana, agricoltura sociale e terre pubbliche, divario digitale, sport di base, scuola e territorio,rapporto rovesciato con i beni archeologici e storici rispetto a quanto di poco utile viene fatto.

Temi e spunti che Campo progressista vorrebbe incrociare in una prospettiva di governo

 “Noi vogliamo governare” va giù deciso quando prende il microfono e si lascia indietro la proverbiale prudenza Giuliano Pisapia.

L’ombra della politica autoreferenziale è un fantasma avvertito da molti e la federazione dei piccoli o grandi partiti non è l’approdo che Campo Progressista  vuole raggiungere.

Il “potere come verbo e non sostantivo“, pochi slogan e più studio e lavoro con il  progetto ambizioso di “governare per migliorare il paese“.