AI MILITARI SOLO 5 VACCINI PER EVITARE REAZIONI AVVERSE, AI BIMBI MOLTI DI PIU’

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Riceviamo e pubblichiamo da Raffaele Cavaliere.In tutta Italia nascono comitati scientifici, di genitori e di cittadini in difesa dei diritti costituzionali violati dalla legge 119/17 sugli obblighi vaccinali ex d.l.73/17 cosiddetta Lorenzin. Mentre i mass-media taccio sugli argomenti legati ai rischi della somministrazionemassiccia dei vaccini inquinati  (vedi dr S. Montanari, Sen. V. D’Anna), solo i movimenti di liberi cittadini continuano a fare informazione per tutelare i genitori, minorenni e in generale la democrazia in Italia. Interessante a questo proposito è leggere l’estratto degli atti di una commissione parlamentare che dimostra che gli Enti Pubblici, in questo caso i Militari, sono ben a conoscenza dei rischi che correrebbero se somministrassero i vaccini così come imposti dal decreto Lorenzin (33 iniezioni in un anno), riporto fedelmente il comunicato:

“Uno studio condotto dal Prof. Nobile sui militari della Brigata Folgore (quindi dei super soldati): “ha rivelato  alterazioni del DNA se sottoposti a un numero superiore a cinque vaccini con vaccini viventi attenuati”.

Qui la relazione completa.

http://www.osservatoriomilitare.it/osservatoriomilitare/wp-content/uploads/2017/07/Seconda-relazione-intermedia-19lug2017.pdf

 

Tale limite numerico, come sottolineato anche dal Gen. TOMAO, deve diventare PRESCRITTIVO nella somministrazione dei vaccini e adottato nelle linee guida come specifica prescrizione.

 

Sempre per i militari:

Il Gen. TOMAO stabilisce l’Obbligo di una corretta anamnesi prevaccinale. Solo vaccini monovalenti e monodose (ovvero un vaccino per singola malattia, fornito in una SINGOLA dose, non esavalente o trivalente come è prevista per i minorenni)!

Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini da parte della difesa, risulta che esse siano gli stessi in uso alla sanità pubblica, autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

 

La commissione rileva come sia opportuno che gli automatismi nelle somministrazioni vengano associati a sorveglianza e controllo post-vaccinale, tanto più efficaci se condotti da organismi connotati da caratteristiche di indipendenza e terzietà.

 

Il Gen. Vito FERRARA, Capo della direzione di sanità dell’Arma dei Carabinieri, ha affermato l’importanza del titolo anticorpale, definito “FONDAMENTALE” (Cfr audizione del 15.02.2017 pag. 14/20), e ha precisato che esso viene effettuato per tutti gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri”.

 

Dai lavori della commissione e dalla documentazione raccolta è emersa la necessità di

svolgere esami pre-vaccinali, prima della   dei vaccini, sia al fine dellavalutazione d’immunità già acquisite, sia al fine dell’accertamento di stati diimmunodepressione che sconsiglino di somministrare il vaccino in quello specificomomento.

 

Al momento della vaccinazione si crea uno stato fisico di immunodepressione e il militare non dispone ancora dell’adeguata copertura. Questo, paradossalmente, determina un aumento del rischio di contrarre o la stessa malattia per cui è stata fatta la vaccinazione o altra patologia”. E si è CONTAGIOSI”.

 

Si osserva la mancanza di una continuativa attività di sorveglianza e controllo post-vaccinale, anche ai fini dell’accertamento dell’avvenuta immunizzazione. L’attuale sorveglianza post-vaccinale si limita alla registrazione delle sole reazioni avverse di immediato riscontro, se dichiarate dal militare, il quale, tuttavia, potrebbe avere interesse a sottacerle in tutti i casi in cui abbia fatto richiesta di missione all’estero.

 

Solo con esami post-vaccinali è possibile valutare se si sono verificate a carico del militare situazioni di autoimmunità, allergia o ipersensibilità ritardata e/o iperimmunizzazione. Per converso, solo in tal modo è possibile verificare l’efficacia del farmaco con conseguente immunizzazione dell’interessato. Resta inteso che anche questa attività potrebbe essere condotta efficacemente, se svolta da organismi connotati dalle caratteristiche di indipendenza e terzietà.

E’ infine assolutamente necessario rimarcare che gli esiti del progetto SIGNUM, nonché le risultanze dello studio effettuato dal Prof. Nobile sui militari della Brigata Folgore,

portano ad affermare un significativo incremento della frequenza di alterazioni ossidative del DNA e di cellule micronucleate, a fronte di soggetti sottoposti a

vaccinazioni in numero superiore a CINQUE o con vaccini viventi attenuati o con prevalente attività outdoor. Tale limite numerico, come sottolineato anche dal Gen.TOMAO, deve diventare prescrittivo nella somministrazione dei vaccini e adottato nelle

linee guida come specifica prescrizione”.

 

In conclusione, la Commissione ritiene che l’utilizzo di farmaci vaccinali forniti in soluzione monovalente e monodose (ovvero un vaccino per singola malattia, fornito in una singola dose), ridurrebbe notevolmente l’esposizione al rischio dovuto alla profilassi vaccinale, in quanto il militare – in età adulta-, potrebbe risultare già immunizzato ad alcuni antigeni contenuti nei vaccini multipli assunti nell’infanzia o immunizzato naturalmente per aver contratto la relativa patologia.

 

Vi invito a partecipare al convegno del 9.9.17 ore 16-20 presso l’Aula Consigliare del Comune di Ladispoli dove esperti illustreranno i rischi che possono incontrare i bambini da 0-16 anni sottoposti alle vaccinazione secondo il “protocollo Lorenzin”. I nove relatori: Senatore, Deputato, Consigliere Regione Lazio, medico, biologo, chimico, psicologa e presidenti di associazioni in difesa dei diritti dei cittadini informeranno dettagliatamente sull’anticostituzionalità della legge 119/17 e sui rischi che corrono i minorenni in età tra 0-16 anni.

Raffaele Cavaliere