Addio al panino a scuola, la mensa diventa obbligatoria

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Sparisce il panino a scuola, la mensa diventa obbligatoria.

È quanto stabilito dal disegno di legge approdato in queste ore in Senato che punta a obbligare tutti i bambini a mangiare nella mensa scolastica. “I servizi di ristorazione scolastica – si legge nel testo – sono parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche”.

Chi promuove la legge sostiene che con questa normativa si pone un freno al caos sul fronte dei pranzi a scuola e si limitano situazioni di diseguaglianza, ghettizzazione e problemi igienico-sanitari. Dall’altra parte, è forte la protesta dei genitori del “panino in classe” che affermano il diritto all’alternativa alla mensa. In mezzo, ci sono cinque milioni di ragazzi che tutti i giorni mangiano in classe.

LA RIVOLTA DEI GENITORI – Insorgono i genitori, che accusano governo e Parlamento di voler dare “un colpo di spugna” ai risultati raggiunti finora. L’ultimo, la sentenza del tribunale di Torino, che aveva regolamentato la possibilità per le famiglie di preparare il pranzo ai propri bambini.
L’articolo 5, dicono, è “un’inutile coercizione. Un modo per fare un favore alle grandi aziende della ristorazione che non puntano alla qualità. Un’imposizione, che non realizzerà uguaglianza ma incrementerà l’iniquità tra le famiglie”. A Torino si parla di 7,10 euro a pasto, a Napoli di 4,50, a Milano di 4, a Perugia di 2.
I genitori annunciano soluzioni di emergenza: alcuni hanno minacciato il cambio sezione perché, spostando i figli al tempo normale da quello pieno sarà possibile riportarli a casa per pranzo.

“AUMENTARE LA QUALITÀ” – “Abbiamo visto – dice la senatrice Pd, e relatrice del ddl, Angelica Saggese – bambini che venivano ghettizzati, mangiando da soli e lontani dai compagni. Senza dimenticare le questioni igienico-sanitarie”. “Il nostro scopo – conclude – non è obbligare nessuno, ma aumentare il livello del servizio, rendendo migliore ciò che si mangia”.

L’ITER DELLA LEGGE –  Il testo passa ora alla commissione Agricoltura del Senato per poi essere vagliato dall’Istruzione e finire poi il percorso in Aula.

fonte Libero.it